Il Trattato della pittura e uno scritto, raccolto e pubblicato postumo, di Leonardo da Vinci. Leonardo durante la sua vita avvio vari trattati, ma non risulta che alcuno di questi venisse poi completato e pubblicato finche fu in vita. Nel 1509 Leonardo stesso confesso dopotutto a Luca Pacioli di essere impegnato a scrivere un trattato sul "moto locale," avendo gia terminato uno sulla "pictura et movimenti umani." Dopo la sua morte i suoi libri, appunti e disegni vennero affidati al fedele Francesco Melzi, che li custodi ...
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Il Trattato della pittura e uno scritto, raccolto e pubblicato postumo, di Leonardo da Vinci. Leonardo durante la sua vita avvio vari trattati, ma non risulta che alcuno di questi venisse poi completato e pubblicato finche fu in vita. Nel 1509 Leonardo stesso confesso dopotutto a Luca Pacioli di essere impegnato a scrivere un trattato sul "moto locale," avendo gia terminato uno sulla "pictura et movimenti umani." Dopo la sua morte i suoi libri, appunti e disegni vennero affidati al fedele Francesco Melzi, che li custodi nella sua villa a Vaprio d'Adda, ma Vasari riferisce che un certo numero di scritti "pur di caratteri scritti con la mancina a rovescio, che trattano della pittura e de' modi del disegno e colorire" fossero nelle mani di un pittore milanese, forse Aurelio Luini. Non e noto se dal fondo Melzi o da quello milanese attinse un ignoto compilatore, che fece poi ricopiare a un amanuense una serie di brani ricomposti in un Trattato della pittura. Il primo manoscritto del trattato si trovava alla corte di Urbino (Codex Urbinas Latinus 1270 della Biblioteca Apostolica Vaticana). Si tratta quindi di un'opera composita, compilata da un allievo che scelse vari brani, passi, precetti, teorie e appunti, riordinandoli in diciotto "libri" (capitoli), dei quali oggi sono noti solo sette. L'organicita della trattazione pero fa pensare che lo stesso Leonardo avesse concepito il "Trattato," suddividendolo in due macrosezioni: una prima teorica, dove si affermano i principi filosofici e ideali della pittura paragonandola anche alle altre arti meccaniche e liberali, con i principi dell'applicazione della prospettiva (lineare, aerea e cromatica), di luci e ombre; una seconda pratica, in cui Leonardo da una serie di consigli e precetti al giovane pittore, su come assimilare le proporzioni di corpi e figure, e sulla rappresentazione dei moti e degli elementi naturali. Il filo conduttore del Trattato, cosi diverso dalla tradizione didascalica del Libro dell'arte di Cennino Cennini, e l'esercizio della "filosofia del vedere," cioe il saper cogliere la rivelazione della Natura tramite l'osservazione penetrante. Ogni aspetto viene infatti ricondotto alla comprensione sistematica di quei fenomeni fisici, matematici e geometrici che ne determinano la percezione visiva. Per Leonardo e proprio l'applicazione della logica, delle discipline matematiche e geometriche, dell'anatomia e dell'ottica che nobilita la pittura, tale da poterla equiparare alle altre arti liberali (cioe speculative), quali la filosofia, la poesia, la teologia, ecc. Il tratto distintivo della scienza pittorica e la sua universalita, poiche l'occhio veicola una comunicazione che, a differenza dell'orecchio, non e soggetta a variazioni linguistiche, quindi "non ha bisogno di interpreti come hanno le lettere." La pittura, per Leonardo, e scienza, rappresentando al senso con piu verita e certezza le opere di natura, mentre le lettere rappresentano con piu verita le parole al senso. Ma, aggiunge Leonardo riprendendo un concetto aristotelico, e piu mirabile quella scienza che rappresenta le opere di natura, che quella che rappresenta le opere degli uomini, com'e la poesia, e simili, che passano per la umana lingua. Fra le scienze la pittura e la prima; questa non s'insegna a chi natura nol concede, come fan le matematiche, delle quali tanto ne piglia il discepolo, quanto il maestro gliene legge. Questa non si copia, come si fa le lettere questa non s'impronta, come si fa la scultura questa non fa infiniti figliuoli come fa i libri stampati; questa sola si resta nobile, questa sola onora il suo autore, e resta preziosa e unica, e non partorisce mai figliuoli uguali a se. Gli scrittori a torto non hanno considerato la pittura nel novero delle arti liberali, dal momento che essa non solo alle opere di natura, ma ad infinite attende, che natura mai creo."
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